A tutt’oggi non si conosce con esattezza l’anno di fondazione della Cappella originaria, né se i monaci celestini fossero già presenti nel luogo. Comunque, tenendo la data dell’apparizione al 1557 (anticipata da alcuni ai primi del Cinquecento o, addirittura, alla fine del Quattrocento), sappiamo che intorno alla metà del Seicento nella chiesa-santuario furono fatti interventi migliorativi patrocinati dal duca Giosia Acquaviva.
In seguito si registrano altre trasformazioni, alcune delle quali, nel Novecento, possono essere documentate con testimonianze fotografiche del tempo.
Nella foto riportata si notano dei particolari interessanti:
• la strada di accesso al santuario è appena abbozzata;
• il portone “grande” è l’ingresso dell’edificio monastico per accedere ai primi due piani abitati dai frati;
• la facciata del santuario ha un piccolo “pronao” per la sosta dei pellegrini e dei devoti.
• la torre campanaria non è incorporata al limite sinistro del vecchio edificio.
La foto dell’interno documenta com’era la piccola chiesa del santuario prima, degli ultimi interventi trasformativi:
• l’altare maggiore è ornato dai due santi protettori dei monaci: San Pietro Celestino e San Benedetto;
• una bella balaustra in ferro battuto separa il presbiterio dal corpo della chiesa;
• sono ben visibili due dei quattro altari laterali dove erano esposte le tele di Giacomo Farelli.
Qui sotto si riporta il disegno-progetto della facciata e dei portici laterali, realizzati in seguito a metà del Novecento: prima l’ala destra dell’edificio dov’è l’ingresso al convento, in seguito l’ala sinistra e una sala adiacente la chiesa.
L’esecuzione totale del progetto ha cambiato dalle fondamenta la struttura esterna e interna dell’edificio sacro, come documentano le foto che seguono.
In questa foto è ben visibile una trasformazione strutturale con l’aggiunta di un corpo di fabbrica a sinistra: il campanile è totalmente incorporato.
Altra trasformazione riguarda la facciata della chiesa, con la rifinitura del timpano e della fascia sottostante.
Con gli interventi di recupero e di valorizzazione di tutto il complesso Convento Santuario, è stata restaurata anche la facciata della chiesa riportata al nudo mattone.
Nell’anno giubilare 2000 il timpano della facciata ha accolto un bel mosaico, La Trinità glorifica la Beata Vergine, a significare la divina sorgente da cui promana lo splendore di Maria.