L’opera pittorica a fresco, che ravviva le pareti del santuario, si deve a pittori locali: Alfonso Tentarelli di Giulianova e Raffaele Sardella di Teramo.
Essi hanno lavorato, negli anni Cinquanta del secolo scorso, riprendendo tematiche di grandi autori che si possono raccogliere in cicli pittorici.
E’ difficile accedere alla vita della Madonna per via di conoscenza storica, perché i testi evangelici sono molto sobri e quasi silenziosi nei confronti della Vergine. Sin dai primi secoli, però, la pietà popolare ha cercato di riempire di significato questi silenzi, ricorrendo alla tradizione ma anche ai “vangeli apocrifi“, cioè non riconosciuti autentici, i quali si diffondono in racconti leggendari: l’arte e là devozione vi hanno attinto a piene mani per diffondere il culto alla Vergine.
I dipinti murali eseguiti nel nostro santuario utilizzano anch’essi questa tradizione per riproporre alla contemplazione dei fedeli alcuni momenti della vita di Maria e la sua perenne protezione.
Nei vangeli canonici non si parla di questo avvenimento, ma la pietà popolare ha voluto immaginare che la ‘figlia di Sion’ per eccellenza, avuta da genitori anziani dopo insistenti preghiere, sia più figlia della ‘grazia‘ che della ‘carne’; e come il piccolo Samuele anche Maria fu presentata al tempio e consacrata a Dio. L’episodio è preso dall’apocrifo Protovangelo di Giacomo, scritto in uno stile spesso affascinante: esso ci informa che i genitori di Maria si chiamavano Gioacchino ed Anna. Questi non avevano figli, e quando l’angelo del Signore promise loro una prole, decisero di consacrarla al servizio del Signore. Perciò all’età di 3 anni Maria fu condotta al tempio e ivi accolta dal sommo sacerdote.
È l’illustrazione di quanto racconta l’evangelista Luca: l’angelo del Signore entrò in casa di Maria e le disse: Ti saluto! Il Signore è con te; egli ti ha colmata di grazia … Lo Spirito Santo verrà su di te, e l’Onnipotente Dio, come una nube, ti avvolgerà!…
Nell’affresco l’angelo rivolge l’indice della mano destra verso il cielo a indicare lo Spirito Santo, mentre con la sinistra porge alla Vergine un giglio quasi a spiegarle come sarà madre conservando la sua integrità verginale.
Questo affresco, copia di un celebre dipinto di Raffaello, presenta la scena dello sposalizio di Maria con Giuseppe. Questi reca nella mano sinistra un bastone fiorito, secondo la leggenda che ha origine dai vangeli apocrifi: L’angelo del Signore dice al principe dei sacerdoti di convocare i pretendenti, ciascuno con una verga, perché il Signore designi a chi sarà affidata Maria …
Il quadro mostra il grande sacerdote del tempio che dà Giuseppe come sposo alla Vergine, perché designato dal cielo con la fioritura del suo bastone.
Nei vangeli e negli altri scritti del Nuovo Testamento non si parla dell’incoronazione della Vergine.
Anche questo tema, come altri, ha la sua origine in un racconto apocrifo attribuito a Melitone, vescovo di Sardi, del secondo secolo dopo Cristo.
Qui è Gesù stesso a porre sul capo della Vergine la corona di gloria fra il tripudio di angeli osannanti.
Nell’arte bizantina l’assunzione riguarda l’anima della Vergine portata in cielo, mentre nell’arte occidentale si fa strada progressivamente la fede nella risurrezione anche del corpo.
La rappresentazione pittorica, oltre ad esprimere l’attuale fede della Chiesa, riproduce quanto racconta l’apocrifo «Libro del passaggio della santissima Vergine Maria »:
” … La vergine senza macchia fu portata in gran trionfo in Paradiso … e il corpo della beata Maria era portata sulle spalle degli angeli”:
In altro passo si legge: ” … gli angeli l’accompagnarono portando la beata Maria, madre di Dio, nel paradiso di Dio “.
L’affresco, dichiara ispirazione francescana, rappresenta la Vergine ai cui piedi pregano San Francesco d’Assisi, Santa Elisabetta d’Ungheria e altri santi, che chiedono la sua materna intercessione. Il tema di Maria con il Bambino fra le braccia – quasi a ripetere: fate quello che Egli vi dirà … -, è assai frequente, unito a quello della Madonna che intercede e protegge vescovi, religiosi e fedeli.